I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA
Altri inseguano il mondo convinti che ci sia qualcosa da imparare per la Chiesa... Quando i cristiani si mettono a imparare dal mondo, seguono le sciagure più gravi, per i cristiani e per il mondo, dai "Deutsche Christen" ai Cappellani della Milizia Fascista, alle gerarchie ortodosse prone al "piccolo padre" Stalin sterminatore del suo popolo... quando la Chiesa è stata Mater et Magistra è cresciuto il bene nel mondo e nella Chiesa...
Io mi limito a un po' di catechismo,i 4 peccati "che gridano vendetta al cospetto di Dio" (Catechismo Maggiore di San Pio X nn. 966 e 967, CCC 1867):
1) OMICIDIO VOLONTARIO
2) ATTO IMPURO CONTRO NATURA
3) OPPRESSIONE DEI POVERI
4) FRODE NELLA MERCEDE AGLI OPERAI
Antico? Moderno? Opportuno? Inopportuno?... No, più semplice: il male è male, il bene è bene.
Se vogliamo bene ai peccatori (noi per primi lo siamo) dobbiamo condannare il peccato, c'è di mezzo non il "dialogo" ma la Vita o la Morte. Eterna.
sabato 18 gennaio 2014
martedì 14 gennaio 2014
Padre Aldo Trento nel 2009 restituì a Giorgio Napolitano, che glielo aveva di recente conferito, il titolo di "Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà", dopo che, a causa della gravissima omissione nel non firmare il decreto urgente che ne avrebbe salvata la vita, si rese complice dell'omicidio di Eluana Englaro.
Invito tutti a venire a conoscere questo italiano coraggioso, generoso e con la schiena di cristiano diritta !La gioia di essere cristiani.Vivere la fede nelle periferie esistenziali del mondotestimonianza di Padre Aldo Trento- missionario in Paraguay -sull'Esortazione apostolica di Papa Francesco"Evangelli Gaudium"27 gennaio 2014 ore 21Aula Magna Università degli studi di PaviaCENTRO CULTURALE GIULIO BOSCOAssociazione per l'aiuto allo studio "STUDIUM RESET"
domenica 12 gennaio 2014
"ESSEMPLI GROSSI E
PALPABILI..." li chiamava San Bernardino da Siena, sono gli
esempi concreti che spiegano realtà sublimi, è roba pulita, chiara
e netta, come quando il sole batte a 1000 W/m2 e i colori
risuonano nella loro frequenza, nuovi come il giorno che il Creatore
li ha pensati...niente simbologie freudiane o sovrastrutture
marxiste, insomma.
Nella mia vita si
sommano, e quando sono così chiari mi affretto a comunicarli, che
l'interlocutore sia un quattordicenne semiscolarizzato nell'ultimo
banco o un vecchio laureato.
L'essemplo che mi frulla
in capo da un paio di giorni è la mamma. Scontato accostarla a
Madre Chiesa, un po' meno a Mamma Tradizione...
I figli crescono, mettono
su famiglia, se ne vanno, spesso è la mamma a restare nella grande
casa vuota, qualcuno va a farle i mestieri, magari una badante sta
con lei anche di notte.
Nel caleidoscopio
dell'umanità ("in quel gran guazzabuglio che è il cuore umano"
diceva Guareschi), ci sta il figlio degenere che taglia i ponti,
magari per un vecchio litigio, se tutto va bene si fa vivo un paio di
volte all'anno e non porta mai i nipoti, perché tanto ci sono i
suoceri o le baby sitter, quindi chi se ne frega dei sentimenti di
chi ti ha cambiato quando te la facevi addosso o ti ha preso per la
manina verso lontanissime primavere lungo il fiume o ha fatto con te
castelli di sabbia al mare d'estate. Poi la mamma muore, i nipotini
che la conoscevano sì e no di vista scoprono nei suoi cassetti
quanto li pensava: foto rubacchiate dopo essere state a lungo
implorate, pensieri tristi o lieti su di loro... Un po' meno degenere
è il figlio che approfitta della mamma per collocarci i bambini ogni
tanto, magari addirittura a Pasqua e a Natale un bel pranzo tutti
insieme, ma che non insista troppo e soprattutto non tiri troppo i
bambini su discorsi complicati, meglio la TV. Insomma, la famosa
biblioteca che può bruciarsene tranquillamente quando morirà.
Qual è il figlio sano?
Quello che non mette su famiglia per star sempre con mamma? Quello
che non esce di casa neanche per cercarsi un lavoro e spera in una
impossibile pensione di reversibilità, purché mamma campi almeno
120 anni? No, ovviamente.
I figli crescono, Dio non
ha mai estinto l'umanità malriuscita ma l'ha redenta e ha scommesso
su ogni generazione. Quindi i figli crescono, se ne vanno di casa,
c'è quel pezzo dell'"altra metà del cielo" (una volta
perfino Mao l'ha detta giusta) che è fatta per te e non per altri, e
nel prossimo pezzo di secolo sarà un'altra madre.
Ma il figlio sano non si
scorda l'indirizzo della casa in cui è cresciuto, il figlio sano non
si scandalizza neanche se il fratello timido o la sorellina sensibile
restano con la mamma e non si sposano, e magari diventano santi pure
loro, e aiutano gli altri, pure i figli degli altri o quelli che i
genitori non ce li hanno, nel gran campo del mondo come Dio l'ha
pensato, coi colori del vero
arcobaleno, ci stanno anche quei fiori. Anzi il figlio sano ringrazia
di avere questi fratelli, e li aiuta, e porta i figli dalla mamma e
dagli zii, e coi figli ascolta quello che la nonna e gli zii dicono,
magari interloquisce e corregge perché è lui che deve tirar su i
suoi figli, ma senza mancare di rispetto. Il figlio sano si occupa
della mamma, non la cerca solo se ha bisogno lui, le aggiusta la
tapparella rotta o le olia i cardini che cigolano, quando la mamma si
ammala non la lascia sola, fa tesoro di tutte le sue parole. Il
figlio sano di una madre santa non solo le tinteggia la casa, una
stanza all'anno, ma se la porta in vacanza, riordina le sue carte.
Tira fuori il presepe a Natale, riassetta le statuine che mamma aveva
ereditate da sua bisnonna e le ridispone nell'angolo più bello della
casa, e i figli stravedono per quel presepe, quasi più che per
quello di casa che pure, pian piano, di Natale in Natale, sta
formando la spina dorsale della loro memoria...Quando nonna andrà a
ricevere il Premio, quel presepe e quello di casa diventeranno uno
solo, senza neanche bisogno di dirlo, e sarà nuovo e più grande, ma
ricorderà perfettamente i due presepi di prima. E le carte di nonna,
rilegate, staranno in libreria vicino ai grandi classici, o nel
cassetto più importante, quello dei documenti "seri".
(Non
credo serva una serie di note per spiegare la metafora: non è
metafora, è un "essemplo"!)
giovedì 9 gennaio 2014
lunedì 6 gennaio 2014
A UN RE MAGIO DI OGGI...Fine 2008: il Giornale dell'Ingegnere esce con auguri "laici"...l'autore riceve questa mia, (l'anno dopo il "Buon Natale" riappare...)
Caro Ing. P.A.
Allora..."Buon Anno" ! E basta ?! No, alla fine... "La redazione rinnova i più cordiali auguri per le prossime festività".
Mah... quali "festività" plurali, e minuscole, se l'unica citata all'inizio è il nuovo Anno (maiuscolo)?...Quale anno poi ? 2009. 2009 anni da che cosa ? Non sarà per caso il compleanno di qualcuno ?
"Le crisi accelerano i processi di mutazione..." "Nell'epoca della conoscenza..." Auguri, caro amico così fiducioso nella conoscenza e nei pareri degli esperti, nei valori economici e nell'economia culturale. Le auguro per davvero di passare per caso davanti a un presepe, magari di quelli viventi, e non con attori per un giorno, ma per tutta la vita. Il mondo ne è pieno, specie fuori dalle mura della Città dei Sapienti e dei Potenti, che nella Stella Cometa lessero solo una minaccia.
Sarà stata solo una storia per pecorai, se dopo 2009 anni ci sono ancora perfino degli ingegneri che la mettono al primo posto?
Buon Natale, Ingegnere, buon 2009 dell'Era Cristiana, buon 1° gennaio solennità di Maria Madre di Dio e buona Epifania. Provi, novello Re Magio, a insudiciare il suo mantello inginocchiandosi fra le cacche di pecore davanti a quella Grotta. Ne riceverà il cento per uno e la Vita Eterna. Un buon investimento della conoscenza, no ?
BUONA SS. EPIFANIA A TUTTI !!!
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