sabato 7 giugno 2014


Eminenza Reverendissima,
ci permettiamo di rivolgerLe le domande che seguono a motivo dei gravi interrogativi posti dal Commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata e della Visita apostolica a carico delle Suore Francescane dell’Immacolata, provvedimenti entrambi da Lei disposti.
Si tratta di interrogativi di rilievo universale, che emergono, in coscienza, dal dovere di ciascuno di cercare la verità, particolarmente nelle questioni di fede e di morale.
Siccome lo scandalo suscitato in tanti dal Commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata e dalla Visita apostolica delle Suore Francescane dell’Immacolata è pubblico, le domande che ne sono scaturite Le vengono parimenti poste pubblicamente.
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1)      Perché sono stati commissariati i Frati Francescani dell’Immacolata? Dal Decreto di Commissariamento da Lei emanato non è dato evincere alcuna motivazione. Perché?
2)    Perché Lei non ha tenuto alcun conto della Nota (del 29 maggio 2013) inviatale dal Consiglio generale, unitamente col Procuratore generale, dei Frati Francescani dell’Immacolata con la quale Le si facevano presente – per quanto riguarda la Visita apostolica allora in corso – alcuni fatti gravissimi, e che non hanno alcun precedente in tutta la storia della Chiesa, tra i quali (come vi si legge): “la decisione [del Visitatore] di procedere SOLO attraverso un questionario scritto, evitando del tutto la visita alle comunità e persino dei seminari […]; il contenuto del questionario che, al di là dell’intenzione di suggerire una “tendenziosa” versione della situazione dell’Istituto, era pieno di domande non facilmente comprensibili alla maggioranza dei nostri fratelli […]; I risultati del questionario, da soli, senza verificare che ciò che vi è scritto corrisponde davvero alle convinzioni di ogni frate, sono inaffidabili per le suddette ragioni”?
3)    È al corrente delle disposizioni emanate dal Commissario apostolico, da Lei designato per guidare i Francescani dell’Immacolata, con cui si impone ai Frati, tra l’altro, la chiusura dei seminari, la sospensione delle ordinazioni, e la proibizione di collaborare a pubblicazioni teologiche e di apostolato? Se ne è informato, perché ha avallato tali misure, evidentemente distruttive di fondamentali attività proprie del carisma di tale Istituto, regolarmente approvato dalla Santa Sede?
4)    Perché ha disposto la Visita apostolica nei confronti delle Suore Francescane dell’Immacolata, cioè del ramo femminile dell’Istituto religioso da Lei già commissariato?
5)      Perché ha inviato come Visitatrice apostolica una religiosa così distante per attitudini e per formazione – ma soprattutto per il modo di pensare e di agire – dalle Suore Francescane dell’Immacolata?
6)    Perché non ha dimostrato altrettanta attenzione e severità nei confronti di quegli Istituti religiosi, nei quali un gran numero di membri si è palesemente allontanato dal carisma dei Fondatori e dall’osservanza delle rispettive Regole e Costituzioni?
7)      Che cosa pensa della Teologia della liberazione? Ritiene compatibile con la fede cattolica l’adesione alle tesi della Teologia della liberazione, particolarmente dopo l’esplicita condanna con la Istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede, confermata da Giovanni Paolo II (6 agosto 1984), con la quale, tra l’altro, se ne dichiarano “le gravi deviazioni ideologiche” ?
8)      Che cosa pensa della prospettiva sincretista di unificare tutte le religioni in una nuova religione planetaria? È vero che Lei ha partecipato, tenendo la relazione introduttiva, al Primo Forum Spirituale Mondiale, insieme ai rappresentanti di società spiritiste, teosofiche e massoniche?
9)      Non ritiene che ogni progetto di religione planetaria contraddica palesemente il principio che “deve essere [...] fermamente creduto come verità di fede cattolica che la volontà salvifica universale di Dio Uno e Trino è offerta e compiuta una volta per sempre nel mistero dell’incarnazione, morte e resurrezione del Figlio di Dio” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Dominus Iesus, 14)?
10)     Che cosa pensa della Massoneria? Ritiene compatibile con la fede cristiana l’adesione di un cattolico ed, a maggior ragione di un ecclesiastico, alla Massoneria?
Con deferenti saluti
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Corrispondenza Romana

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Chiesa e postconcilio

Il Cammino dei Tre Sentieri

Vigiliae Alexandrinae

Giudizio cattolico

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...e mi ci metto pure io !!!


lunedì 2 giugno 2014

Ramonda confermato responsabile generale della Papa Giovanni XXIII

Sarà ancora Giovanni Ramonda, 54 anni, piemontese, a guidare la Comunità Papa Giovanni XXIII per altri 6 anni. Lo ha deciso poco fa l’assemblea dell’Associazione con un’ampia convergenza: 88,2% delle preferenze espresse dai responsabili di zona e delegati provenienti alle 33 zone in cui è presente la Comunità nei cinque continenti.
Ramonda confermato responsabile generale della Papa Giovanni XXIII
Paolo Ramonda
Forlì, 01 giugno 2014.
Sarà ancora Giovanni Ramonda, 54 anni, piemontese, a guidare la Comunità Papa Giovanni XXIII per altri 6 anni. Lo ha deciso poco fa l’assemblea dell’Associazione con un’ampia convergenza: 88,2% delle preferenze espresse dai responsabili di zona e delegati provenienti alle 33 zone in cui è presente la Comunità nei cinque continenti.
«Accetto con il sostegno di mia moglie e della mia famiglia, con l’aiuto della comunità e della grazia di Dio» ha dichiarato Ramonda subito dopo la nomina.
Giovanni Ramonda è sposato con Tiziana Mariani. Dal loro matrimonio sono nati 3 figli naturali mentre altri nove sono accolti nella loro casa famiglia di Sant’Albano Stura, in provincia di Cuneo.
Nato a Fossano il 3 maggio 1960, Ramonda ha conseguito il titolo di Magistero in scienze religiose presso la facoltà teologica di Torino e la laurea il Pedagogia con indirizzo psicologico presso la facoltà di Magistero di Torino. Fin da giovanissimo la sua vita è stata segnata dall’incontro con don Oreste Benzi e la Comunità da lui fondata, di cui nel 1998 era divenuto vice responsabile generale.
Dopo la morte di don Benzi avvenuta il 2 novembre 2007 aveva assunto ad interim le funzioni del responsabile generale e nel gennaio del 2008 l’assemblea dell’associazione l’aveva nominato primo successore di don Benzi, incarico ora rinnovato per un nuovo mandato.
«In questi sei anni il carisma suscitato da don Oreste non si è affievolito ma anzi ha trovato nuove espressioni – dichiara Ramonda –. Abbiamo aperto nuove presenze di condivisione con i poveri in vari Paesi del mondo e dato nuove forme di risposta ai poveri».
Negli ultimi 6 anni le strutture di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII sono passate da 304 a 346, 446 se si considerano anche quelle attive all’estero (i dati si riferiscono solo alle strutture gestite dall’Associazione, a cui andrebbero aggiunte quelle gestite dalle cooperative promosse dalla Papa Giovanni XXIII in Italia e nel mondo).
In questi anni sono nate anche nuove tipologie di intervento, come le Comunità educanti con i carcerati, l’Albergo sociale e il Poliambulatorio gratuito. 4 le nuove Capanne di Betlemme, per rispondere alle situazioni di povertà estrema e alle emergenze.
Cresciuta anche la presenza nel mondo: si è passati da 25 a 32 Stati, sparsi nei cinque continenti.