"ESSEMPLI GROSSI E
PALPABILI..." li chiamava San Bernardino da Siena, sono gli
esempi concreti che spiegano realtà sublimi, è roba pulita, chiara
e netta, come quando il sole batte a 1000 W/m2 e i colori
risuonano nella loro frequenza, nuovi come il giorno che il Creatore
li ha pensati...niente simbologie freudiane o sovrastrutture
marxiste, insomma.
Nella mia vita si
sommano, e quando sono così chiari mi affretto a comunicarli, che
l'interlocutore sia un quattordicenne semiscolarizzato nell'ultimo
banco o un vecchio laureato.
L'essemplo che mi frulla
in capo da un paio di giorni è la mamma. Scontato accostarla a
Madre Chiesa, un po' meno a Mamma Tradizione...
I figli crescono, mettono
su famiglia, se ne vanno, spesso è la mamma a restare nella grande
casa vuota, qualcuno va a farle i mestieri, magari una badante sta
con lei anche di notte.
Nel caleidoscopio
dell'umanità ("in quel gran guazzabuglio che è il cuore umano"
diceva Guareschi), ci sta il figlio degenere che taglia i ponti,
magari per un vecchio litigio, se tutto va bene si fa vivo un paio di
volte all'anno e non porta mai i nipoti, perché tanto ci sono i
suoceri o le baby sitter, quindi chi se ne frega dei sentimenti di
chi ti ha cambiato quando te la facevi addosso o ti ha preso per la
manina verso lontanissime primavere lungo il fiume o ha fatto con te
castelli di sabbia al mare d'estate. Poi la mamma muore, i nipotini
che la conoscevano sì e no di vista scoprono nei suoi cassetti
quanto li pensava: foto rubacchiate dopo essere state a lungo
implorate, pensieri tristi o lieti su di loro... Un po' meno degenere
è il figlio che approfitta della mamma per collocarci i bambini ogni
tanto, magari addirittura a Pasqua e a Natale un bel pranzo tutti
insieme, ma che non insista troppo e soprattutto non tiri troppo i
bambini su discorsi complicati, meglio la TV. Insomma, la famosa
biblioteca che può bruciarsene tranquillamente quando morirà.
Qual è il figlio sano?
Quello che non mette su famiglia per star sempre con mamma? Quello
che non esce di casa neanche per cercarsi un lavoro e spera in una
impossibile pensione di reversibilità, purché mamma campi almeno
120 anni? No, ovviamente.
I figli crescono, Dio non
ha mai estinto l'umanità malriuscita ma l'ha redenta e ha scommesso
su ogni generazione. Quindi i figli crescono, se ne vanno di casa,
c'è quel pezzo dell'"altra metà del cielo" (una volta
perfino Mao l'ha detta giusta) che è fatta per te e non per altri, e
nel prossimo pezzo di secolo sarà un'altra madre.
Ma il figlio sano non si
scorda l'indirizzo della casa in cui è cresciuto, il figlio sano non
si scandalizza neanche se il fratello timido o la sorellina sensibile
restano con la mamma e non si sposano, e magari diventano santi pure
loro, e aiutano gli altri, pure i figli degli altri o quelli che i
genitori non ce li hanno, nel gran campo del mondo come Dio l'ha
pensato, coi colori del vero
arcobaleno, ci stanno anche quei fiori. Anzi il figlio sano ringrazia
di avere questi fratelli, e li aiuta, e porta i figli dalla mamma e
dagli zii, e coi figli ascolta quello che la nonna e gli zii dicono,
magari interloquisce e corregge perché è lui che deve tirar su i
suoi figli, ma senza mancare di rispetto. Il figlio sano si occupa
della mamma, non la cerca solo se ha bisogno lui, le aggiusta la
tapparella rotta o le olia i cardini che cigolano, quando la mamma si
ammala non la lascia sola, fa tesoro di tutte le sue parole. Il
figlio sano di una madre santa non solo le tinteggia la casa, una
stanza all'anno, ma se la porta in vacanza, riordina le sue carte.
Tira fuori il presepe a Natale, riassetta le statuine che mamma aveva
ereditate da sua bisnonna e le ridispone nell'angolo più bello della
casa, e i figli stravedono per quel presepe, quasi più che per
quello di casa che pure, pian piano, di Natale in Natale, sta
formando la spina dorsale della loro memoria...Quando nonna andrà a
ricevere il Premio, quel presepe e quello di casa diventeranno uno
solo, senza neanche bisogno di dirlo, e sarà nuovo e più grande, ma
ricorderà perfettamente i due presepi di prima. E le carte di nonna,
rilegate, staranno in libreria vicino ai grandi classici, o nel
cassetto più importante, quello dei documenti "seri".
(Non
credo serva una serie di note per spiegare la metafora: non è
metafora, è un "essemplo"!)
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