lunedì 1 febbraio 2016






Non è certo la giornata in cui la bella Verona abbia molto da festeggiare calcisticamente: 0-4 casalingo per il Chievo con la Juventus e un punticino strappato al Torino dall' Hellas fanalino di coda. Stiamo parlando comunque dell'unica città in serie A con due squadre, e non capoluogo di regione!
Ma il calcio, pur emblematico, è solo un gioco.
Quello di cui Verona può andar fiera è invece della massiccia partecipazione al Family Day. Ad ogni sosta sull'Autosole, da Bologna in giù, ho incrociato almeno due pullman veronesi, quando non tre della stessa parrocchia! Mi vergognavo un po':  dal mio capoluogo padano un solo pullman miscellaneo, più due riempiti dai generosi neocatecumenali. Trovo conferme su un sito informativo veronese, che stima in tremila i partecipanti dalla città di Romeo e Giulietta, coppia quasi più perseguitata dai Montecchi e i Capuleti di quanto lo sia  oggi la famiglia dalle organizzazioni omo-lesbo...

Ma sul sito veronese trovo anche due immagini più eloquenti di tanti discorsi sulla manipolazione giornalistica: confrontate voi stessi  il centinaio di attivisti lgbt sotto il sole del 23 gennaio e le trecento Sentinelle in piedi fotografate da... 2000 m in un luogo grigio e triste il 24 gennaio. Eppure... E' LO STESSO LUOGO: Piazza Bra, fra l'Arena e il municipio, e le Sentinelle sono almeno il triplo.
L'informazione si può manipolare...anche mostrando la realtà, con una macchina fotografica!
Ridere o piangere?
Io preferisco sorridere, come le ragazze dei pullman veneti di ieri, come il signore di mezza età vestito coi colori del Chievo quando all'autogrill  gli ho detto: "Comunque vada domani con la Juve, la partita da vincere è oggi, a Roma!"
Gli avversari ridevano del paesone di periferia di Chievo, prossimo alla Serie A: "Prima voleranno i mussi (gli asini)". Dopo pochi mesi, davanti al Bentegodi, si vendevano nuovi pelouche gialloblu: asinelli con le ali!
Grazie Verona, silenzio e avanti, e abbiamo riempito il Circo Massimo!


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