...E POI SAREMO UNITI
Correva l’estate del
1981, il trauma di una primavera passata a “lottare per la vita” (i referendum
contro l’aborto) e un insuccesso epocale, un Papa polacco convalescente dopo un
attentato quasi mortale, il sottile crinale fra “l’edonismo reaganiano” e il
militarismo brezneviano, ultimi fuochi brigatisti e le speranze suscitate (non
solo nel suo paese) da un sindacalista baffuto devoto alla Madonna di Czestochowa…
La “ballata” di un
diciottenne dell’epoca, con tutte le sue ingenuità, sembra avere ancora oggi
qualcosa da dire, dopo ormai più di un anno di guerra cruda e canaglia all’Est,
che non avrebbe mai dovuto iniziare, vero coltello piantato nelle radici
d’Europa.
Regina Pacis, ora pro
nobis.
E POI SAREMO UNITI
Verranno a cercarci i
fratelli dell’Est
Verranno a chiamarci,
a destarci presto
Allora anche noi
saremo più attenti
A parole vere, che
escono dal cuore.
Entreranno decisi
nelle nostre assemblee
Fumose, un po’ stanche
di troppi vuoti
Ci stupiranno con la loro coerenza,
noi che abbiam perso
già la voglia di dire.
Ci libereranno dalle
nostre creazioni:
l’aquila appesa sui
grattacieli
ritirerà le ali dalle
nostre città
verranno a chiamarci
alle nostre finestre
Cirillo e Metodio e il
nostro Benedetto
Loro avranno spezzato
le catene
Già avranno amato i più lontani
Che i nostri interessi
ipocriti pérdono.
Qualcuno avrà scandalo
della loro povertà:
le poche automobili, i
volti pallidi
ma ci scalderemo
quando ci parleranno
della luce data contro
quel buio falso
ideato dal barbuto
borghese tedesco
e da schiavi tiranni
gettato su loro.
Nel ricordare
s’illumineranno,
accenderemo la birra e
il vino…
Bruceremo insieme
vodka e cognac
Allora nascerà il
nostro eterno sogno
Da questo egoismo
vedremo l’uscita:
Dall’Atlantico al
Volga saremo uniti
Non per ideologia o
per fragilità
Non per interesse, ma
con libertà
Uniti dalla storia,
uniti dalla Fede,
Amore e lealtà di due
antichi fratelli.
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