DESERTO
DI AVVENTO… 2020
Straordinario percorso in
questo "deserto di Avvento" il recupero delle vestigia del mio
passato, nella cernita di ciò che è duraturo e ciò che è caduco. Come il
rinnovarsi stagionale del fogliame, dei fiori, dei frutti maturati al Sole, e a
cui il Sole stesso ti chiama a rinunciare per un nuovo futuro, mentre un po'
più in Alto ciò che dura è la chioma antica, pungente ma sempreverde delle
pinete, il cui aroma ti chiama sempre più su, sempre più in là... E ciò che
resta non è la nostalgia, ma la presenza dei semi sbocciati o solo intravisti,
la forza della Verità insegnata o appresa, da maestri ricchi di dottrina
vissuta e praticata, o da intuizioni adolescenti lanciate intorno come il
profumo delle pinete... poche parole accompagnate dalla condensa del gelo e da
occhi lucidi per il freddo e per lo stupore dei doni di Dio. Le lunghe strade
in bici verso i luoghi dove riposano - donec veniat Consummatio - i resti di
amici e maestri, o dove l'Infinito ci ha sfiorato con la Mano buona di una
Madre, la ricerca di Verità laddove si celebra il Mistero della Redenzione,
drammatico e sanguinante speranza, in lingue amiche o di quel Mistero segno,
sono all'inseguimento della Luce. 30 km orari sono un frammento infinitesimo
della velocità della Luce, a sua volta segno dell'Infinito incommensurabile,
confine e curvatura di ciò che è visibile verso l'Eterno. Ma quella breve
andatura è quel che Dio ci chiede, per poter aggiungere al nostro nulla o quasi
il suo Infinito.
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